Casi Studio

L’area di progetto scelta è la zona compresa tra Via di Torre del Fiscale, Via Appia Nuova e l’acquedotto Felice e solo dopo un’iniziale analisi dell’area si è potuto procedere con l’ identificazione degli edifici da demolire.
La nostra ricerca non si è limitata alla mera classificazione dei singoli edifici, ma sono stati analizzati in dettaglio i singoli lotti ed il risultato è stato l’identificazione di uno schema di sviluppo del tessuto: ogni abitante ha saturato il lotto in base alle proprie possibilità economiche.
La prima fase di sviluppo dell’edificato consiste generalmente nella costruzione del nucleo originale dell’abitazione e la collocazione dei materiali di risulta in un capannone. Ogni volta che si ha la possibilità, si procede con la costruzione di superfetazioni giustapposte all’edificio “madre”. Tutto questo permette di raggiungere la saturazione massima possibile del lotto e la conseguenza naturale è l’ impermeabilità parziale o totale del lotto.

Masterplan

L’obiettivo principale del progetto di RhOME for denCity è quello di rafforzare i punti di forza dell’area per aumentare il valore del tessuto urbano, in quest’ottica sono stati privilegiati l’acquedotto, le rovine e l’ambiente naturale.

La densificazione e la liberazione dei resti antichi della zona vicino alla Torre del Fiscale, è una parte fondamentale del progetto per preservare il paesaggio ed i parchi che ora risultano scollegati, come ad esempio il Parco di Tor Fiscale, il Parco Acquedotti e il Parco dell’Appia Antica. Per quanto riguarda la struttura urbana, dove la natura degli spazi permette un certo tipo di mobilità e fruibilità, è stato previsto un miglioramento della qualità dei servizi. Il progetto di trasformazione si è concentrato principalmente nell’ ambiente urbano frammentato, in cui i servizi di base e la gerarchia degli spazi sono allo stato attuale mancanti.

Il progetto di insediamento è stato portato avanti seguendo due principi: gli edifici di una certa qualità architettonica sono stati conservati ed integrati nel nuovo quartiere, mentre le residenze con scarsa peculiarità ed in posizione non conforme ai vincoli paesaggistici, dopo un’attenta valutazione, sono state demolite per proteggere il patrimonio culturale e storico dell’area. Gli edifici sono stati ripristinati e le loro funzioni sono state conservate, solo quando le loro attività sono state giudicate attività essenziali per il quartiere, come ad esempio le attività religiose.

L’obiettivo del progetto è quello di migliorare l’efficienza della città tramite:

– Un equilibrio e di una integrazione tra residenze, i servizi, i luoghi di lavoro e gli spazi per il tempo libero per costruire aree urbane vissute durante il giorno ;

– Un miglioramento della zona, il quartiere e le connessioni territoriali della città ;

– L’ applicazione dei principi espressi nella cultura urbana italiana ed europea considerando i problemi di sostenibilità ambientale.

RhOME per Trastevere

Per verificare la possibilità di applicare il modello RhOME nelle zone centrali della città e non solo sulle periferie abbiamo individuato l’area di proprietà di “Ferrovie dello Stato Italiane”: un grande vuoto nel tessuto urbano consolidato.

Area di intervento

L’area in cui i principi del progetto RhOME sono testati si trova nel quartiere di Trastevere, in uno spazio che oggi rappresenta un vuoto urbano tra l’ infrastruttura ferroviaria, vicino la stazione di Trastevere.
La zona è caratterizzata da una depressione di circa 11  metri rispetto al tessuto circostante ed il contesto è per lo più caratterizzato da edifici residenziali degli anni della guerra. Il progetto rientra in un programma di intervento che prevede l’insediamento di un mix di funzioni e la realizzazione di un “suolo artificiale” in grado di riconnettere le due parti di città che ad oggi risultano separate da un limite fisico per creare una continuità nel tessuto esistente .

Strategie energetiche urbane
Le condizioni date dal contesto e dal Piano rappresentano gli elementi strutturali su cui si basa la proposta di progetto. L’ enorme volume compreso nella depressione di 11 metri rappresenta l’occasione per dare sostenibilità all’ intero quartiere. Lo spazio sotterraneo è stato usato per creare una connsessione di servizio alla vicina stazione ferroviaria e per ospitare un impianto di trigenerazione alimentato dalle coperture fotovoltaiche ad alta efficienza e dalle facciate termo-attive degli edifici di progetto. Il surplus di energia pulita generato, viene utilizzato per coprire una porzione della domanda delle aree adiacenti nel distretto.

Il progetto 
Gli edifici sono posizionati su un terreno artificiale e sono disposti lungo il perimetro del lotto in modo da creare delle quinte urbane in grado di dialogare con l’esistente e allo stesso tempo di definire uno spazio interno, una corte, in grado di migliorare la qualità spaziale del intervento.
Il mix di funzioni è stato risolto posizionando strategicamente gli edifici in modo tale che a ciascuna funzione corrisponda una esposizione appropriata. Le abitazioni sono state esposte verso sud e sono state dimensionate in modo tale da consentire un doppio affaccio per creare una ventilazione trasversale in grado di ridurre il carico termico estivo, l’edificio direzionale è stato disposto lungo l’asse sud- est / nord-ovest. L’area di intervento è stata estrusa per una altezza massima di dieci piani, la copertura è stata generata tramite un piano inclinato in direzione sud che parte da 7 piani per massimizzare l’ingresso della luce naturale e della radiazione solare all’interno della corte, la copertura, vista la geometria, ospita inoltre fotovoltaico e solare termico. Gli spazi situati al piano terra, sono pensati per le attività commerciali ed i servizi accessori alla residenza. Le abitazioni sono state progettate nell’ottica della “densificazione”, ottimizzando i m2 in rapporto al numero di persone ospitate e garantendo una flessibilità degli spazi interni. Il sistema di logge che caratterizza la regola facciate, permette l’ingresso della radiazione solare invernale bloccando allo stesso tempo l’eccessiva radiazione solare estiva.