La 16ma Esposizione Internazionale di Architettura si intitola “Freespace” che significa libertà e vuole trasmettere la bellezza di questo mondo, alla portata di tutti. L’esposizione è curata a Yvonne Farrel e Shelley McNamara, entrambe architetti irlandesi; Shelley vanta il Leone d’Argento vinto durante la Biennale nel 2012 e il World Builidng of the Year nel 2008, in merito ad un progetto del Campus all’Università Bocconi di Milano.
Questa nuova edizione segue lo stesso mood della precedente, curata da Alejandro Aravena, ovvero un invito alla curiosità e alla comprensione completa del mondo dell’architettura. Monitorare ed indagare erano le parole chiave dell’edizione precedente, desiderare e comunicare sono quelle di questo nuovo evento. “Freespace” vuole essere un punto fermo attraversà la qualità che uno spazio può comunicare alla ricerca di un senso di umanità, di convivenza e di originalità estrema. Le curatrici di questi spazi si basano in merito alla generosità lasciando spazio libero e gratuito, al fine che ogni persona possa entrare a comprendere tutti i dettagli di un luogo: ogni spazio è differente ed esprime concetti astratti e concreti, in base alla visione personale di ognuno.
Come dice il nome stesso del titolo questo spazio è stato concepito per rinascere, promuovere e sollecitare per accogliere e rispettare lo spazio dove si vive e respira ogni giorno. Costruire e adattare una stanza alle proprie esigenze personali, significa entrare in linea con la natura e cercare di vivere la propria vita esattamente come si desidera senza scendere a compromessi. I padiglioni sono molti e si suddividono in base ad esperienza e comunicazione. Partendo con quello Coreano che vuole far conoscere al pubblico la relazione tra Stato ed Architettura, facendo un passo indietro sino agli anni sessanta ed incontrando l’origine dell’identità urbanistica creata a Seoul.
In padiglione Cile “Stadium” da ai propri spettatori quella che è l’immagine di imponenza di uno stadio, mentre il padiglione Italia “Arcipelago Italia” si concentra sul tema di ricerca con cinque progetti importanti e principali, dando rilievo ai territori non urbanistici. Si incontra successivamente il padiglione Brittanico “Island” che si concentra sulla Brexit e sul vuoto che l’uscita dall’Europa potrà generare. Il tutto è stato realizzato su un tetto, smantellando l’intero padiglione. Tale realizzazione ha avuto una menzione speciale alla Partecipazione Nazionale con tanto di standing ovation virtuale.
Il premio è andato però alla Svizzera con “Svizzera 240 House Tour” per la realizzazione dell’installazione architettonica, a detta dei professionisti, molto coinvolgente e divertente. Un susseguirsi di scale e illusioni visive d’altri tempi.